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CICLOPEDALATA SULLE STRADE DELLA COSTITUZIONE

08 - 18 giugno 2023


La quattordicesima Ciclopedalata storico rievocativa organizzata dall’associazione Pedalando nella Storia si è svolta dall’8 al 18 giugno su un percorso di poco superiore ai 1.500 km da Torino a Salerno per ricordare l’entrata in vigore, 75 anni fa, della Costituzione Italiana.

 Il via ai ventidue ciclisti, provenienti da otto regioni italiane e dalla Svizzera, viene dato di fronte al Palazzo di Città, sede del comune di Torino (prima capitale d’Italia), dall’assessore allo sport del comune, Domenico Carretta, e dalla consigliera con delega al turismo e pianificazione strategica della Città Metropolitana di Torino (ex Provincia), nonché ciclista,  Sonia Cambursano.

Dal centro cittadino i ciclisti, tra cui due non vedenti sui tandem, affrontano subito l’impegnativa salita che porta alla Basilica di Superga dove ad attenderli c’è don Paolo che impartisce la tradizionale benedizione ai partecipanti.

Dopo una breve sosta di fronte al monumento che ricorda la tragedia del “Grande Torino”, i ciclisti ripartono alla volta di Novi Ligure dove, dopo 128 km e qualche scroscio di pioggia, si conclude la prima tappa.

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L’indomani i ciclisti puntano verso la Liguria superando dapprima il Passo della Scoffera e poi il Passo del Bracco in vetta ai quali sono posti i due ristori di giornata.

Dopo il Bracco, al termine di un’impegnativa discesa, si arriva alla stazione ferroviaria di Framura dove inizia una pista ciclabile ricavata sulla precedente linea ferroviaria ora in disuso.

Il percorso ciclabile si sviluppa in gran parte in gallerie ben illuminate lungo le quali si aprono ampi finestroni nella roccia che permettono di ammirare i bellissimi panorami della riviera ligure.

Si giunge così a Levanto da cui iniziano gli ultimi 7 impegnativi km di salita che portano alla foresteria del Santuario di Nostra Signora di Soviore dove si conclude la seconda tappa. I chilometri percorsi sono stati 152.5 con 1.800 metri di dislivello.

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La terza tappa non parte sotto i migliori auspici. C’è foschia che impedisce di apprezzare in pieno i bellissimi scenari del Parco delle Cinque Terre e le previsioni preannunciano la pioggia a partire dalla tarda mattinata.

Superata La Spezia ci si dirige verso Aulla dove è posto il primo ristoro. Giusto il tempo di mettere qualcosa sotto i denti e riempire le borracce ed inizia a piovere.

Pioverà, a tratti in maniera intensa, per quasi tutto il resto della giornata rendendo faticosa l’ascesa al Passo del Cerreto (1.222 metri s.l.m.) e pericolosa la successiva discesa fino a Carpineti dove, dopo 130 km e 2.200 metri di dislivello, si conclude la tappa.

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Nella pianificazione dell’itinerario della Ciclopedalata sulle strade della Costituzione, gli organizzatori oltre ad inserire il passaggio per le tre capitali “ufficiali” d’Italia e per Salerno (di cui si dirà dopo), per alcune delle più belle località della nostra penisola (Cinque Terre, Chianti, Monti Sibillini, Campi Flegrei, Costiera Amalfitana….), per borghi incantevoli e splendide città d’arte, hanno inserito anche alcune soste per conoscere meglio le grandi eccellenze italiane nel mondo.

E così la prima sosta della quarta tappa si effettua a Maranello dove i ciclisti hanno la possibilità di visitare il Museo della Ferrari, il marchio italiano più famoso nel mondo.

Per una sorta di legge del contrappasso, se Maranello rappresenta il gioioso simbolo dell’Italia che lavora, produce, vince, pochi chilometri più avanti i ciclisti toccano con mano gli orrori di una delle pagine più tristi della storia della nostra nazione.

La sosta al sacrario di Marzabotto, dove riposano i resti di 778 delle 1.830 vittime (quasi tutti civili) della strage perpetrata dai nazifascisti nell’autunno del 1944, diventa per tutti un momento di profonda riflessione e commozione che porta a comprendere a fondo le parole del giurista e membro dell’assemblea costituente, Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.

Da Marzabotto la strada inizia a salire dolcemente fino a Porretta Terme dove, dopo 132 km e 900 metri di dislivello, si conclude questa quarta tappa interamente in terra emiliana.

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Il giorno successivo, superato dopo 20 km il Passo della Collina, si entra in Toscana. Il primo ristoro si effettua all’ingresso di Pistoia in un giardinetto situato, strategicamente, di fronte all’officina di un ciclista (e molti ne approfittano per piccoli interventi di manutenzione).

Si giunge così a Firenze, seconda capitale d’Italia dal 1865 al 1871. Dopo un giro panoramico per le affollatissime vie del centro storico, i ciclisti raggiungono Ponte a Ema per un ristoro sulle rive del torrente Ema in un giardinetto su cui affaccia la casa natale di Gino Bartali che qui vide la luce nel 1914.

Sotto un cielo che inizia a farsi minaccioso, si riparte lungo gli infiniti “mangia e bevi” della via Chiantigiana tra verdi colline e vigneti a perdita d’occhio.

E visto che un’altra delle eccellenze italiane nel mondo è rappresentata dal vino, non poteva mancare una sosta con degustazione presso un’azienda vitivinicola locale, l’azienda Montecalvi di Greve in Chianti.

Si riparte lievemente più euforici di quando siamo arrivati senza dare troppa importanza alle nubi nere che incombono minacciose sulle nostre teste e che di lì a poco ci rinfrescheranno (e ci annacqueranno) fino all’arrivo a Siena.

I chilometri percorsi in questa quinta tappa sono 145,5 con 1.800 metri di dislivello.

Le previsioni del tempo per i prossimi tre giorni promettono pioggia, anche intensa, a partire dal primo pomeriggio. E così sarà.

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Il percorso della sesta tappa inizia così come era finito quello della tappa precedente. Dagli implacabili sali e scendi del Chianti si passa agli implacabili sali e scendi delle Crete senesi.

La prima sosta di giornata si effettua presso la bellissima e suggestiva Abbazia romanica di Farneta.

Poco dopo ci si ferma brevemente presso la stazione ferroviaria di Terontola dove una lapide ricorda Gino Bartali che, durante la seconda guerra mondiale, trasportava da Assisi a Firenze, celati nel telaio della bici, documenti falsi, stampati in una tipografia della cittadina umbra, che contribuirono a salvare la vita a tanti ebrei e perseguitati politici.

Superata Terontola si entra in Umbria e si costeggia (da lontano) la riva settentrionale del lago Trasimeno fino a Magione ove è posto il secondo ristoro di giornata.

Come previsto si riparte sotto una pioggerellina che si fa sempre più intensa, soprattutto durante l’attraversamento di Perugia, e che accompagnerà i ciclisti fino all’arrivo.

La tappa si conclude ad Assisi dopo 146 km e 1.530 metri di dislivello.

In serata ci si trasferisce in auto (grazie alla collaborazione e disponibilità di amici ciclisti umbri) a Spello, incantevole borgo medioevale a pochi chilometri da Assisi.

Qui siamo ospiti del dottor Bagliani, cardiologo, ciclista e collezionista di bici d’epoca che ha allestito la cena e una piccola mostra di cimeli ciclistici in una cantina nel centro storico di Spello.

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La settima tappa inizia con un piacevole e veloce trasferimento in discesa da Assisi a Foligno dove ha inizio la salita verso gli Altopiani di Colfiorito che delimitano il confine tra Umbria e Marche.

La prima sosta si effettua a Rasiglia un borgo antico caratterizzato da un insieme di invasi e cascatelle formate dal fiume Menotre.

Dopo una seconda sosta a Borgo Cerreto si prosegue verso Norcia. Il programma prevede l’attraversamento della città di San Benedetto (gravemente lesionata dal terremoto del 2017), l’ascesa all’altopiano di Castelluccio di Norcia per ammirare il trionfo di colori della fioritura della lenticchia e la successiva discesa ad Amatrice (pressoché rasa al suolo in occasione del suddetto terremoto) dove si concluderà la tappa.

Appena entrati a Norcia inizia a piovere con un’intensità crescente. Fa freddo e i Monti Sibillini, che cingono l’altopiano di Castelluccio, appaiono immersi in una fitta coltre di nubi nere.

Il rischio di dover pedalare sotto un nubifragio fino a 1.533 metri di quota e, soprattutto, di dover affrontare poi una lunga discesa in condizioni di scarsa visibilità sull’asfalto sconnesso e viscido, costringono l’organizzazione a ricorrere al piano B.

Si prosegue, quindi, sotto la pioggia verso Cittareale. In località Civita, poco prima del valico a quota 1.250, approfittando di un fugace sprazzo di sereno, Maria Carla allestisce al volo un ristoro graditissimo da tutti i ciclisti.

All’inizio della successiva discesa inizia nuovamente a piovere e così sarà fino all’arrivo ad Amatrice, dopo 134.5 km con 2.050 metri di dislivello.

La cittadina, pressoché rasa al suolo dal terremoto del 2017, inizia a mostrare segni di ripresa. Numerosi sono i cantieri in piena attività e il nostro hotel, molto bello e confortevole, è stato inaugurato da poche settimane.

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Il programma dell’ottava tappa prevede l’arrivo nella terza e attuale capitale d’Italia, Roma.

Il percorso si snoda pressoché interamente lungo l’antica via Salaria con soste per i ristori a Rieti e ad Acquaviva di Nerola.

L’ingresso nella Città Eterna avviene attraverso la “Regina Ciclarum”, la pista ciclabile che corre lungo l’argine del Tevere da nord a sud e che, per l’occasione, offre il peggio di sé con una vegetazione incolta che ne riduce di molto la carreggiata e che causa un paio di forature.

Proprio durante la sosta per riparare una foratura, si scatena un breve e violento temporale che sarà, per fortuna, l’ultimo di tutta la ciclopedalata.

La conclusione della tappa è posta in piazza del Campidoglio, cuore della città, dove ad attendere i ciclisti in rappresentanza dell’assessore ai grandi eventi, sport e turismo, Alessandro Onorato, c’è il consigliere comunale Tommaso Molinari che dona a ogni partecipante la medaglia del comune di Roma ricevendo, a sua volta, il diploma e la maglia di Pedalando nella Storia.

La sera i ciclisti si ritrovano per la cena in una tipica trattoria romana vicino San Pietro.

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L’orario di partenza della nona tappa è fissato alle 7.00 in punto. Si pedala lungo le strade ancora pressoché deserte per un giro panoramico della Città Eterna.

In sequenza i ciclisti passano per Villa Borghese, la terrazza del Pincio, piazza del Popolo, via del Corso, piazza di Spagna, fontana di Trevi, Pantheon, piazza Navona, piazza Venezia, Fori Imperiali, Colosseo, Circo Massimo, Aventino (con l’immancabile sosta per ammirare l’incredibile prospettiva sulla cupola di San Pietro dal buco della serratura del palazzo dei Cavalieri di Malta).

Dall’Aventino si riprende la “Regina Ciclarum” (che nel tratto meridionale è lievemente meno incolta e più percorribile rispetto al tratto nord) e si punta verso il Torrino, quartiere moderno di Roma Sud dove l’amico Alessio offre la colazione a tutti in un elegante bar.

La giornata è soleggiata e la temperatura decisamente più alta dei giorni precedenti. Per contro il traffico romano mette a dura prova i riflessi e i nervi dei ciclisti.

La sosta per il pranzo, come già avvenuto in tre occasioni precedenti, si effettua presso il Museo dello Sbarco di Anzio dove il direttore del Museo, Patrizio Colantuono, fa gli onori di casa e mostra ai ciclisti gli ultimi cimeli e gli ultimi filmati da lui raccolti che raccontano le vicende dello sbarco di Anzio (22 gennaio 1944).

Il pranzo a buffet (come sempre esagerato!)  è offerto dall’amico Giorgio Buccolini titolare di una catena di supermercati locali.

La tappa si conclude, dopo 123.5 km con 550 metri di dislivello, a Sabaudia in un bellissimo bike hotel con piscina.

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La penultima tappa, di complessivi 154 km con 800 metri di dislivello, si sviluppa pressoché interamente lungo la costa tirrenica percorrendo, dapprima, la via Appia e, dopo l’attraversamento del fiume Garigliano e l’ingresso in Campania, la via Domiziana.

Siamo nel territorio rinomato nel mondo per la produzione della mozzarella di bufala e così, poco dopo Mondragone, ci si ferma per una degustazione di mozzarelle e altri prodotti caseari tipici presso il Caseificio La Reale.

Superato il Lago Patria si entra nella zona dei Campi Flegrei, una delle aree archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche più belle d’Italia (e, forse, del mondo).

Superato il parco archeologico di Cuma e il lago Fusaro, con breve sosta presso la Casina Vanvitelliana, si sale sul Monte di Procida da cui si gode un panorama unico al mondo.

La vista spazia dal Vesuvio all’isola di Ischia, da Capo Miseno con il lago omonimo, porto della flotta romana, al golfo di Pozzuoli.

E proprio a Pozzuoli si conclude la tappa dopo un’ulteriore breve sosta sulle rive del lago Averno di virgiliana memoria.

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La partenza dell’undicesima ed ultima tappa della Ciclopedalata sulle strade della Costituzione viene data prima delle 7:00. Il percorso si snoderà per zone ad altissimo flusso veicolare e su strade in buona parte strette e tortuose per cui si cerca di anticipare il traffico domenicale.

Dopo una prima breve sosta sulla collina di Posillipo, dove si gode una splendida veduta sul Vesuvio e il golfo di Napoli, ed una seconda in un bar sul lungomare di Mergellina per la prima colazione, si inizia a pedalare attraversando l’infinità di centri abitati che si susseguono lungo la costa.

Il fondo stradale è quasi sempre lastricato e in alcuni tratti sembra di pedalare nella foresta di Aremberg piuttosto che sul lungomare partenopeo.

Subito dopo il primo ristoro ufficiale di giornata, nei giardini comunali di Torre Annunziata, inizia a profilarsi la sagoma della Penisola Sorrentina e poco dopo Vico Equense inizia la salita che porta al valico dei Piani di Sorrento. Di lì si scende in picchiata sulla Costiera Amalfitana. Un percorso impegnativo per i continui sali e scendi e per il traffico automobilistico (indisciplinato), ma ampiamente ricompensato dai panorami mozzafiato che si aprono improvvisi ad ogni curva.

L’attraversamento di Amalfi risulta particolarmente impegnativo per un blocco totale del traffico che obbliga i ciclisti ad un rischioso slalom tra le auto in sosta.

Si arriva, finalmente, alla periferia di Salerno, sede provvisoria del Governo e Residenza Reale durante la seconda guerra mondiale dall'11 febbraio al 15 luglio 1944.

 Proprio a Salerno l’8 luglio 1944 fu pubblicata la Gazzetta Ufficiale, in cui era contenuto il Decreto Legge che disponeva che:  Dopo la liberazione del territorio nazionale le forme istituzionali saranno scelte dal popolo italiano che a tal fine eleggerà, a suffragio universale diretto e segreto, una Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione dello Stato”.

Il gruppo percorre compatto gli ultimi chilometri sul lungomare fino al Museo dello sbarco e Salerno Capitale dove, ad attendere i ciclisti, ci sono il professor Antonio Palo, direttore del museo, e il dottor Claudio Tringali, assessore alla sicurezza del comune di Salerno.

Dopo i saluti, i discorsi, la visita del museo e gli scambi di doni di rito, i partecipanti possono rifocillarsi con un gustoso ristoro offerto dal direttore del museo.

La ciclopedalata si conclude, quindi, con la consegna dei diplomi di partecipazione ad ogni singolo ciclista da parte del professor Palo e del dottor Tringali.


Bilancio finale:

·         km totali: 1.537

·         dislivello totale (metri): 14.790

·         tappe: 11

·         partecipanti: 22 (19 ciclisti + 3 accompagnatori)

·         regioni attraversate: 7 (Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania)

Prossime iniziative di Pedalando nella Storia sul sito www.pedalandonellastoria.net



LE TAPPE


1a (08 giugno):                        Torino - Novi Ligure                      km 128                dislivello 880 metri


2a (09 giugno):                        Novi Ligure - Soviore                    km 152,5             dislivello 1.800 metri


3a (10 giugno):                        Soviore - Carpineti                       km 130,5             dislivello 2.200 metri


4a (11 giugno):                        Carpineti - Porretta Terme             km 132                dislivello 900 metri


5a (12 giugno):                        Porretta Terme - Siena                  km 145,5              dislivello 1.800 metri


6a (13 giugno):                        Siena - Assisi                                km 146                dislivello 1.530 metri


7a (14 giugno):                        Assisi - Amatrice                           km 134,5              dislivello 2.050 metri


8a (15 giugno):                        Amatrice - Roma                           km 162                 dislivello 900 metri


9a (16 giugno):                        Roma - Sabaudia                           km 123,5             dislivello 550 metri


10a (17 giugno):                      Sabaudia - Pozzuoli                        km 154                dislivello 800 metri


11a (18 giugno):                      Pozzuoli - Salerno                          km 128,5              dislivello 1.38 metri


I PARTECIPANTI

  1. ALBERTO
  2. ALESSIO
  3. ANDREA
  4. ANTONELLA (2 tappe)
  5. BRUNO
  6. CHRISTOPH
  7. CLAUDIA (3 tappe)
  8. CLAUDIO
  9. FRANCESCO
  10. GIOVANNI
  11. GIOVANNI PIETRO (PIERO)
  12. GRAZIANO
  13. LEONETTO
  14. LORENZO
  15. LUKAS
  16. MARCO (4 tappe)
  17. MARIA CARLA
  18. MAURO
  19. PAOLA
  20. PIER ANGELO
  21. PIERO (7 tappe)
  22. ROBERTO