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CICLOPEDALATA CAIRO MONTENOTTE - WATERLOO: SULLE STRADE DELL'IMPERATORE


PROLOGO

14 luglio 2021

Cairo Montenotte - Cosseria - Cairo Montenotte: 48 km / disliv. 420 m


Anche quest'anno, come già nel 2020, l'organizzazione della ciclopedalata storico rievocativa di Pedalando nella Storia, la "Ciclopedalata Cairo Montenotte - Waterloo: sulle strade dell'Imperatore" è fortemente condizionata dall'emergenza sanitaria internazionale che dal mese di gennaio 2020 continua ad interessare tutti e cinque i continenti.

E così, dopo molte incertezze sulla possibilità di attraversare i confini tra gli stati e alcune defezioni dell'ultimo minuto, a prendere il via da Cairo Montenotte sono sedici ciclisti e tre validissimi accompagnatori (Maria Carla, Soniae Claudio) su due automezzi di supporto.

Il raduno dei partecipanti (provenienti da nove regioni d'Italia) si effettua nella mattinata del 14 luglio (festa nazionale francese), nel pieno rispetto delle regole di distanziamento sociale attualmente in vigore, di fronte alla sede della Fondazione Nilde Bormioli

dove il professor Lorenzo Chiarlone, segretario della Fondazione e storico del territorio, da il benvenuto ai ciclisti illustrando la storia delle battaglie napoleoniche in Val Bormida.

Tra i ciclisti, i passanti e i curiosi si aggira anche un soldato napoleonico con la divisa originale ed il fucile con baionetta perfettamente funzionante. Si tratta di Riccardo Rosa, dell'associazione culturale savonese "Raccontiamo la Storia" che alle 15.00 in punto, dopo la tradizionale benedizione di don Mirco ed il saluto del sindaco di Cairo Montenotte, Paolo Lambertini, da il via con un fragoroso colpo di fucile al breve prologo della dodicesima ciclopedalata storico rievocativa di Pedalando nella Storia, quest'anno dedicata a Napoleone Bonaparte nel duecentesimo anniversario della sua morte.

I sedici ciclisti, scortati dai quattro amici cairesi Lanfranco, Roberto, Franco e Nicolò (che resteranno in gruppo anche per le successive due tappe) effettuano un giro di poco meno di 50 km transitando per le località che alla fine del XVIII secolo furono teatro delle aspre battaglie tra l'esercito napoleonico e quello austrico: Millesimo, Carcare, Dego.

Lungo il percorso i ciclisti effettuano due soste, la prima presso il Museo della Bicicletta di Cosseria che raccoglie la collezione privata di Luciano Berruti (1943 - 2017) personaggio famosissimo nel mondo del ciclismo d'epoca; la seconda presso un'area napoleonica a Dego per un  breve ristoro prima del rientro a Cairo.

Cena in hotel e da domani si inizierà a fare sul serio.


1a tappa

15 luglio 2021

Cairo Montenotte - Vinadio: 124,5 km / disliv. 1.600 m

Partenza alle 8:30 alla presenza del sindaco di Cairo Montenotte che è venuto a rinnovarci i saluti e gli auguri.

La giornata è nuvolosa e ventosa ma in compenso la temperatura risulterà gradevole per tutta la tappa.

La prima sosta si effettua, dopo poco più di trenta chilometri dalla partenza, in una delle tante aree napoleoniche presenti tra la Val Bormida e il Piemonte caratterizzate da sagome metalliche riproducenti soldati napoleonici e da tabelle illustrative sugli eventi bellici che qui si svolsero sul finire del XVIII secolo.

Durante tale sosta (località Viora) i ciclisti vengono a conoscenza della prima importante novità che caratterizzerà i ristori di questa ciclopedalata: l'abolizione dei bicchieri di plastica (consumo medio tra i 700 e i 1.000 ad ogni ciclopedalata) sostituiti da tazze in metallo con manico, personalizzate con il logo di PNS e il nome del ciclista.

Da oggi in poi tutti i ciclisti, con grande senso civico, al termine del ristoro provvederanno a sciacquare con l'acqua di un'apposita tanica la propria tazza e a riporla in un sacchetto di stoffa anch'esso personalizzato.

Si riprende a pedalare in gruppi sparsi alla volta di Cuneo dove è posto il secondo ristooro con la seconda importante (e gradita) novità: il caffè a fine pranzo preparato al momento da Maria Carla e Sonia con la più classica delle caffettiere e un fornelletto da campeggio.

Gli ultimi chilometri della tappa vengono percorsi lungo la ciclabile che da Borgo San Dalmazzo corre lungo la riva destra della Stura di Demonte fino a Vinadio (graziosa cittadina con un importante castello e un duomo di epoca medioevale) dove è posta la conclusione della tappa.

Il tempo di controllare il contachilometri (124,5 km con 1.600 metri di dislivello) e inizia a piovere. Questa volta ci è andata bene.



2a tappa

16 luglio 2021

Vinadio - Gap: 133 km / disliv. 1.800 m


Si parte in ordine sparso dalle 8.00 alle 8.30 alla volte del Colle della Maddalena (32 km con 1.100 metri di dislivello da Vinadio) con un clima ideale per pedalare in salita.

Giunti al valico, di pochissimo inferiore ai 2.000 metri s.l.m., i ciclisti trovano il primo ristoro. La temperatura è decisamente più bassa di quella alla partenza e bisogna, quindi, coprirsi bene prima di affrontare la lunga discesa verso Barcelonette.

Il primo dei tre confini che dovremo attraversare nel corso di questa ciclopedalata viene superato senza alcun controllo. Ovviamente siamo tutti muniti di Green Pass e/o tamponi recenti ma non c'è bisogno di esibirli.

A fondo valle la temperatura torna a salire e il vento (ovviamente contrario alla marcia dei ciclisti) se da una parte ci rinfresca dall'altra rallenta il nostro incedere.

Il secondo ristoro è collocato al culmine della seconda salita di giornata in una piazzola panoramica con bellissima vista sulla sottostante valle della Durance, che qui si allarga a formare un lago stretto e lungo.

Negli ultimi chilometri si torna a salire progressivamente fino all'ingresso a Gap. Il Garmin segna 1.300 metri all'hotel ma anche 110 metri di dislivello ancora da superare. La pendenza della strada e il sole sono implacabili e, ad aumentare le sofferenze dei ciclisti, ci si mette anche una deviazione per lavori in corso non prevista che ci obbliga a perdere buona parte della quota fin lì faticosamente conquistata per ripartire poi con un'altra salita anch'essa dalle pendenze micidiali.

I più ottimisti si consolano pensando che tutto sommato questo arrivo in salita rappresenti una buona prova generale di ciò che ci attende nelle ultime tre tappe quando pedaleremo sulle cotes delle Ardenne e sui muri delle Fiandre. Il pensiero dei più pessimisti non ci è pervenuto.

Bilancio finale: 133 km con 1.800 metri di dislivello (di cui almeno 200 nella sola cittadina di Gap).



3a tappa

17 luglio 2021

Gap - Grenoble: 122 km / disliv. 1.600 m


Gli appassionati di ciclismo sicuramente ricorderanno ciò che avvenne a Gap il 6 agosto del 1972.

In quella domenica, su un circuito vallonato di una quindicina di chilometri da ripetere 18 volte per un totale di 272 km, si disputò il campionato mondiale di ciclismo su strada riservato ai professionisti. A due chilometri dall'arrivo, dal gruppo dei migliori, comprendente tra gli altri Guimard, Zoetemelk e Merckx, si staccò, con un'azione imperiosa, Franco Bitossi che accumulò subito un buon vantaggio.

Ma sul lungo rettilineo finale di 800 metri in lieve salita il vantaggio del ciclista toscano, complice anche un suo incauto spostamento al centro della strada più esposta al vento, iniziò progressivamente a ridursi e, nonostante l'appassionato incitamento radiofonico di Adriano De Zan, storico telecronista della RAI per il ciclismo, a non più di cinque metri dal traguardo Bitossi fu superato dal compagno di squadra Marino Basso che si laureò così campione del mondo con il toscano secondo al fotofinish davanti all'atleta di casa Cyrille Guimard.

E così, per rivivere l'atmosfera di quella grande giornata di ciclismo di 49 anni fa, i ciclisti di PNS, in avvio di tappa, effettuano un giro completo sull'impegnativo circuito fin sulla linea d'arrivo, fatale per Bitossi, esaltante per Basso.

Si esce, quindi, dall'abitato di Gap affrontando la dura, ma per fortuna non troppo lunga, salita verso il col Bayard ove, dopo circa 30 km dalla partenza, è posto il primo ristoro.

Qui si conclude la triste e nervosa mattinata di Mauro che, al momento della prima colazione in hotel, si era ritrovavato senza il  portafoglio.

Dopo aver cercato in ogni dove, ripercorrendo più volte il tragitto tra camera, ristorante, deposito bici, bar e locali comuni e coinvolgendo in tale ricerca non solo i ciclisti ma tutto il personale dell'hotel, Mauro blocca le carte di credito e assieme ad Andrea, mentre gli altri si avviano sul circuito dei mondiali '72, si reca dapprima alla Gendarmeria e poi alla Polizia locale per la denuncia.

Risultato: se ti rubano il portafoglio puoi fare la denuncia, se lo perdi....peggio per te!

Col morale sotto i pedali Mauro arriva al Col Bayard mentre gli altri stanno per ripartire dopo il primo ristoro. Dal momento che siamo a quota 1.250 s.l.m. e ci attendono 30 km di discesa, in molti si coprono con manicotti e mantelline tra cui Marco, compagno di stanza di Mauro, che frugando nella sua borsa sul furgone anzichè tirar fuori la mantellina tira fuori....il portafoglio scomparso (in effetti, incredibilmente simile al suo).

La tensione si stempera immediatamente. Da quel momento in poi, fino all'arrivo a Bruxelles, ogni volta che non si troverà qualcosa (la caffettiera, uno zainetto, la pompa...) il povero Marco sarà sempre il primo indiziato.

Il percorso odierno si snoda prevalentemente sulla Route Nationale 85 detta anche Route Napoleon. Si tratta della strada che Napoleone percorse nel 1815 da Cannes a Parigi quando fuggì dall'Isola d'Elba e raggiunse la capitale per ricostituire l'esercito che di lì a poco fu sconfitto a Waterloo. Sul bordo della strada si trovano numerosi cippi commemorativi che ricordano il passaggio dell'Imperatore.

La temperatura è gradevole, il cielo nuvoloso e soffia costantemente un forte vento contrario.

Il secondo ristoro di giornata è posto presso la stazione ferroviaria di La Mure al termine di una breve ma impegnativa salita.

I chilometri finali sono caratterizzati da una discesa velocissima e un po' trafficata di circa 7 chilometri lungo la quale alcune bici superano i 75 km/h.

Poco dopo le 16.00 la tappa si conclude a Grenoble, città olimpica (1968) e capoluogo della Val d'Isere, adagiata lungo le rive del fiume omonimo.

I chilometri percorsi quest'oggi sono 122 con 1.600 metri di dislivello.


4a tappa

18 luglio 2021

Grenoble - Bourg en Bresse: 138 km / disliv. 1.250 m


Partenza da Grenoble alle 8.30. Il cielo è coperto e il vento continua a soffiare da nord e cioè sempre in direzione contraria alla nostra marcia.

I primi chilometri scorrono pianeggianti lungo il corso dell'Isere, poi a Voiron (25° km) inizia l'ascesa al Col du Banchet (quota 684 m s.l.m.) e poco dopo a Montferrat i ciclisti trovano il primo ristoro.

Il secondo ristoro (km 90) è posto lungo le rive del Rodano. Nel frattempo è uscito il sole e inizia a fare caldo.

Intorno alle 16.00 i ciclisti concludono le loro quotidiane fatiche a Bourg-en-Bresse già sede di tappa in occasione della Ciclopedalata Anzio - Normandia del 2019. Anche questa volta alloggeremo all'hotel IBIS e ad attenderci c'è sempre la bellissima mucca rossa posta all'ingresso.

I chilometri percorsi oggi sono 138 con 1.250 metri di dislivello



5a tappa

19 luglio 2021

Bourg en Bresse - Besancon: 165,5 km / disliv. 1.700 m


La tappa odierna sarà la più lunga dell'intera ciclopedalata e, pertanto, la partenza viene anticipata alle 8.00.

Il percorso è decisamente impegnativo sia per i continui "mangia e bevi" che per il vento che a tratti soffia più impetuoso del solito. In compenso le strade sono poco trafficate e bene asfaltate.

La prima sosta si effettua dopo una cinquantina di chilometri a Augisey e la seconda, al centesimo chilometro, in un parco vicino al cimitero di Poligny spazzato dal vento.

Nel corso degli anni molto spesso le soste sono state programmate, soprattutto all'estero, in corrispondenza dei cimiteri. In genere si tratta di luoghi tranquilli, subito fuori il centro abitato, generalmente con la possibilità di prendere l'acqua e di parcheggiare comodamente il furgone.

Poco dopo la seconda sosta, all'uscita di Montigny, la strada è sbarrata per dei lavori di rifacimento del manto stradale. La breve trattativa con gli operai per ottenere l'autorizzazione a passare ha esito negativo (in effetti sarebbe assolutamente impossibile transitare, anche a piedi con le bici portate a mano, sull'asfalto fresco) e, pertanto, non resta che caricarsi le bici in spalla, scavalcare il filo spinato che delimita un podere e passare attraverso i campi.

Ad Arc-et-Senans ci si ferma qualche minuto ad ammirare (dall'esterno) l'imponente edificio del XVIII secolo che ospita le Saline Reali e poi si riprende a pedalare verso il terzo e ultimo ristoro di giornata a Montferrand-le-Chateau posto al 150° km.

L'arrivo a Besancon, dopo 165.5 km e 1.700 metri di dislivello, è molto suggestivo. Gli ultimi chilometri si sviluppano sulla ciclabile che corre lungo il fiume Doubs con la cittadella fortificata che domina dall'alto la stretta valle.



6a tappa

20 luglio 2021

Besancon - Epinal: 140 km / disliv. 1.220 m


Anche oggi ci attendono un'infinità di "mangia e bevi" ma, in compenso, il vento sembra essersi finalmente placato.

A Fontenois, km 37, inizia una piacevolissima ciclabile ricavata sul tracciato di una ferrovia dismessa che, in venti chilometri, ci porta direttamente a Vesoul dove è posto il primo ristoro di giornata.

Come oramai avviene da molti anni, i ristori sono posti in media ogni 50 chilometri o giù di lì. Il primo, in genere, è a base di prodotti dolciari (croissant, crostate, frutta, merendine confezionate), il secondo (che coincide con l'ora di pranzo) è decisamente più consistente con insalata di riso o di pasta, cous cous, insalate di verdura con cereali, legumi, carne in scatola o tonno il tutto magistralmente allestito da Maria Carla, quest'anno ottimamente assistita da Sonia, per la parte culinaria, e da Claudio, per la parte logistica (apertura e chiusura del tavolo e delle panche, approvvigionamente dell'acqua ecc.).

Nelle tappe più lunghe viene organizzato un terzo ristoro con gli avanzi dei due precedenti.

Il tutto è annaffiato da quantità imprecisate di acqua, coca cola, aranciata, succhi di frutta e té.

E così, il pranzo di questa tappa si svolge in una radura al confine tra i dipartimenti dell'Alta Saona e dei Vosgi.

Gli ultimi chilometri scorrono lungo le rive della Mosella fino all'arrivo a Epinal dove si conclude questa tappa di 140 km con 1.220 metri di dislivello.


7a tappa

21 luglio 2021

Epinal - Metz: 131 km / disliv. 400 m


Finalmente una tappa pianeggiante e con poco vento!

Per molti chilometri si pedala sulle ciclabili lungo la Mosella e i suo canali percorsi da numerose imbarcazioni. I sistemi di chiuse permettono ai natanti di superare il dislivello naturale del fiume.

Al 57° chilomtro, in corrispondenza di un ponte sulla Mosella (Flavigny-sur-Moselle) ci si ferma per il primo ristoro.

Superato il ponte si abbandona, temporaneamente, la valle della Mosella per trasferirsi più ad est dopo un breve strappo in salita, nella valle del fiume Meurthe sulle cui rive sorge Nancy.

L'attraversamento della città procede spedito lungo le ciclabili urbane e dopo pochi chiolometri si giunge alla confluenza del Meurthe nella Mosella che ci accompagnerà fino all'arrivo.

Secondo ristoro a Champey-sur-Moselle e ultimi chilometri in parte sulle ciclabili, in parte sui lunghi vialoni che portano all'arrivo a Metz dove si conclude la tappa. 131 i chilometri totali con soli 400 metri di dislivello.


8a tappa

22 luglio 2021

Metz - Bastogne: 127,5 km / disliv. 1.650 m


Il programma odierno prevede l'attraversamento di due confini: quello tra Francia e Lussemburgo e, dopo ulteriori 70 km, quello tra Lussemburgo e Belgio.

Siamo tutti muniti di Green Pass o di tamponi per la ricerca del COVID-19 effettuati ieri, per cui non dovremmo avere alcuna sorpresa in casi di (improbabili) controlli.

I primi 30 chilometri, da Metz a Thionville, si sviluppano sulla ciclabile lungo la Mosella. Da Thionville si prosegue su strade tranquille fino a Evrange, ultimo paese francese prima del confine, dove in un piccolo parco tra la scuola elementare e la chiesa effettuiamo il primo ristoro.

Il confine con il Lussemburgo di fatto non esiste e ci si rende conto di essere entrati nel Granducato solo dalle targhe delle automobili e dalla cartellonistica stradale.

Nonostante le piste ciclabili, il passaggio per le strade della capitale è reso arduo dai numerosi cantieri. Usciti da Lussemburgo (città) si inizia a pedalare su strade in mezzo ai boschi molto ondulate lungo le quali si trovano piccoli e tranquilli paesini.

Il secondo ristoro di giornata viene allestito a pochi chilometri dal confine con il Belgio, un confine pressoché inesistente visto che a testimoniarne l'esistenza c'è solo un piccolo cippo in marmo che viene notato solo da pochi ciclisti.

Poco dopo le 16.00 concludiamo la tappa (dopo 127,5 km e 1.650 metri di dislivello) a Bastogne, cittadina delle Ardenne celebre per le terribili battaglie qui combattute nel corso della Seconda Guerra Mondiale e per essere il giro di boa della "Doyenne", la Liegi-Bastogne-Liegi, le cui micidiali côtes ci attendono domani.


9a tappa

23 luglio 2021

Bastogne - Liegi: 136 km / disliv. 2.250 m


E' la giornata del "tappone". In pratica oggi pedaleremo sulla seconda metà del percorso della "Doyenne", la più antica delle classiche monumento del ciclismo professionistico: la Liegi -Bastogne - Liegi.

La prima cinquantina di chilometri scorre via lungo le colline e i boschi delle Ardenne fino a Grand Halleux dove ha inizio la prima delle otto côtes della tappa: la côte de Wanne.

Dopo circa due chilometri e mezzo di salita, con tratti al 12% di pendenza, si arriva nel piccolo borgo di Wanne dove è posto il primo ristoro.

I ciclisti arrivano alla spicciolata e ripartono quasi subito, smaniosi di affrontare un percorso lungo il quale sono state scritte pagine epiche di grande ciclismo.

Il tempo di concludere la ripida discesa che da Wanne porta a Stavelot ed è già ora di affrontare la côte di Stockeu, un "dritto" micidiale di 1.000 metri con pendenza media del 12,4% e massima del 17%. In cima ci si ferma a fare le foto al monumento dedicato a Eddy Merckx che trionfò per ben cinque volte in questa classicissima.

Le tre côtes successive, de la Haute-Levée, du Rosier e du Maquisard, hanno una lunghezza media di 4 km e pendenze massime inferiori al 10% ma non per per questo risultano meno impegnativa.

Si giunge così intorno al centesimo chilometro alla cittadina di Reumochamps adagiata sulle rive dell'Amblève dove ha inizio la "madre di tutte le côtes": il Col de la Redoute.

Il tratto impegnativo è lungo meno di 2 km, con una pendenza media di poco inferiore al 10% ma con tratti superiori al 20%.

In cima ad attenderci c'è il secondo ristoro di giornata. Maria Carla e Sonia, impagabili più che mai, fanno trovare agli esausti ciclisti un piatto di gnocchetti al pesto appena scolati che vengono divorati in un batter d'occhio.

Siamo oramai a pochi chilometri da Liegi ma bisogna affrontare ancora due impegnative côtes.

La prima, la Roche aux Faucons, parte dalla periferia sud di Tillf dove sono ancora evidenti i segni della devastante alluvione di pochi giorni fa. La salita, molto irregolare, ha una pendenza media intorno al 10% con punte del 16%.

La successiva (e ultima) côte di giornata inizia nella periferia di Liegi poco dopo l'attraversamento della Mosa. Si tratta della côte de Saint Nicolas o "salita degli italiani", così detta in quanto si sviluppa, per 1.400 metrri con tratti al 13%, in un quartiere un tempo abitato dagli italiani qui emigrati negli anni '50 e '60 del secolo scorso. In realtà anche ora la presenza di famiglie italiane sembra essere  consistente vista la quantità di bandiere tricolori esposte alle finestre (ricordiamo che la nazionale italiana di calcio ha vinto pochi giorni fa il Campionato Europeo).

Gli ultimi tre chilometri sono tutti in discesa e portano direttamente nel bellissimo hotel di Liegi dove trascorreremo la vigilia della tappa conclusiva della Ciclopedalata.

All'arrivo il contachilometri segna 136 km con 2.250 metri di dislivello.



10a tappa

24 luglio 2021

Liegi - Waterloo - Bruxelles: 144 km / disliv. 880 m

La tappa conclusiva della Ciclopedalata sulle strade dell'Imperatore parte sotto un cielo minaccioso che non lascia presagire nulla di buono.

Subito in avvio di percorso si percorre la salita di Ans al cui culmine, per molti anni, era posto l'arrivo della Liegi - Bastogne - Liegi.

A Flemalle si attraversa la Mosa e si prosegue, pur con qualche interruzione per impraticabilità del fondo stradale, sulla ciclabile che corre lungo la riva destra del grande fiume.

Alla periferia di Huy inizia a piovigginare e ciò renderà ancora più esaltante la sfida con il celebre Muro. Le pendenze della salita conclusiva della Freccia Vallona sono davvero impressionanti e grandissima è la soddisfazione di ognuno una volta giunti in cima.

Ad attendere i ciclisti c'è il primo ristoro di giornata. Si ritorna, quindi, a pedalare sulla ciclabile lungo la Mosa fino a Namur, cittadina dominata da un'imponente fortezza.

Il secondo ristoro di giornata è posto in corrispondenza della Chapelle Notre Dame de Bon Secours. Piove, fa freddo e tira molto vento ma il morale del gruppo è altissimo visto che mancano pochissimi chilometri alla conclusione della Ciclopedalata.

Nella cittadina di Genappe ci si raduna per arrivare tutti assieme a Waterloo.

La piana dove si svolse la battaglia più celebre della storia è oggi dominata da una collina perfettamente conica, la Butte du Lion, su cui svetta un emorme leone forgiato col metallo dei cannoni francesi.

Dopo le foto di rito col cartello chilometrico che indica 1.381 km da Cairo Montenotte e 0 km a Waterloo, i ciclisti visitano l'interessantissimo museo dedicato alla battaglia del 1815. Alcuni salgono anche i 226 gradini che portano in vetta alla Butte du Lion (46 metri) da cui, oltre al panorama del campo di battaglia, si vedono anche i nuvoloni neri come la pece che pochi km più a sud stanno scaricando piogge torrenziali.

Con il rombo dei tuoni sempre più vicino, si inforcano nuovamente le bici e si inizia la rapida e strategica ritirata verso l'hotel di Bruxelles.

Il tempo di attraversare i parchi meridionali della capitale belga (Bois de la Cambre) e di fermarsi a fare un paio di foto nella Grand Place e, proprio mentre entriamo nell'hotel, si scatena il temporale.

Bilancio dell'ultima tappa: 144 km con 880 metri di dislivello (e la soddisfazione di aver fatto anche il Muro di Huy)

Bilancio finale delle 10 tappe più  il prologo: 1.410 km con poco meno di 15.000 metri di dislivello.....e per alcuni non è finita!

Al termine della cena in hotel, vengono consegnati i diplomi a tutti i partecipanti e viene svelata la destinazione della ciclopedalata del 2022: si pedalerà da Roma a Monaco di Baviera per ricordare, a settant'anni dalla nascita, Pietro Mennea che alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 ottenne il suo primo grande successo internazionale con il terzo posto nella finale dei 200 metri piani.

La serata si conclude con la lettura, da parte di Andrea, di un pensiero bellissimo di Lorenzo, atleta non vedente giunto alla sua sesta partecipazione con il tandem alle ciclopedalate di Pedalando nella Storia, sempre in compagnia della sua guida storica Bruno.


Epilogo

25 luglio 2021

Giro delle Fiandre

Il gruppo si divide più o meno equamente: alcuni resteranno a Bruxelles per fare i turisti mentre in otto (Marco di Roma, Mauro, Lorenzo, Bruno, Pier Piero, Suzy, Andrea e Maria Carla) dopo aver caricato bici e tandem sul furgone, prendono il treno destinazione Oudenaarde.

Alla stazione della cittadina fiamminga si recuperano le bici e si parte per l'atto conclusivo della ciclopedalata: il Giro delle Fiandre.

Dei tre percorsi inizialmente programmati (lungo, medio e corto) si sceglie di affrontare il medio, 76,5 km con 12 "muri".

Dopo pochi km di tranquilla ciclabile lungo un canale si parte col botto. In rapida successione si affrontano l'Oude Kwaremont, il Paterberg e il Koppenberg, salite corte, a volte cortissime, ma con pendenze micidiali rese ancor più ostiche dal fondo in pavè.

Avere la possibilità di cimentarsi su questi muri sui quali sono state scritte pagine epiche di grande ciclismo, è un'emozione che almeno una volta nella vita ogni ciclista dovrebbe vivere.

Come è giusto che sia qui nelle Fiandre, inizia a piovere e ciò rende particolarmente insidioso il pavè.

I muri si succedono implacabili ogni 5/6 km ma la soddisfazione quando si sente che la pedalata finalmente si alleggerisce è sempre tanta.

Poco dopo la metà del percorso esce finalmente un bel sole. Le bici sono ricoperte di fango e così, passando nei pressi di un villino, si chiede in prestito la pompa dell'acqua per dare una ripulita ai mezzi.

Il dodicesimo e ultimo muro di giornata è il "Muur", il muro per antonomasia, il Kappelmuur o Muro di Granmont. Poco più di 800 metri di pavè con tratti al 20% di pendenza.

Stanchi ma felici, dopo aver caricato le bici sul furgone di Maria Carla, i ciclisti riprendono il treno alla stazione di Geraardbergen per tornare a Bruxelles.

Questa volta è finita davvero. Domani si tornerà in Italia con tanti bei ricordi ma già pronti ad affrontare nuove sfide e nuove emozioni.


Ulteriori informazioni sui programmi di PNS sul sito www.pedalandonellastoria.net