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CICLOPEDALATA DELL’ALLUVIONE

(4 – 5 novembre 2016)

In occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della tragica alluvione che il 4 novembre del 1966 sconvolse Firenze e numerosi altri paesi toscani bagnati dall’Arno, l’Associazione Culturale “Pedalando nella Storia – Maurice Garin” ha voluto fornire il proprio contributo organizzando una pedalata rievocativa lungo l’intero corso del fiume.

La Ciclopedalata dell’alluvione, patrocinata dal comune di Firenze, dall’Associazione Giglio Amico e dall’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia (ANAOAI) prende il via poco prima delle 16 del 4 novembre da Stia dove l’Arno, appena nato dalle vicine sorgenti del Monte Falterona, è ancora un piccolo torrente che scorre placido tra i borghi del Casentino.

Dopo un ottimo pranzo all’Ospitale dei Britti, i sei ciclisti (Andrea, Claudia, Paolo, i due “Pieri” – di Firenze e di Vercelli – e Silvano), scortati da un’autovettura con due impagabili “sostenitrici” addette ai ristori volanti (Maria Carla e Mirella), iniziano a pedalare sotto un cielo plumbeo che non lascia presagire nulla di buono ma con una temperatura tutto sommato gradevole.

Il primo ristoro è posto, dopo una cinquantina di chilometri dalla partenza, a Ponte a Buriano, il ponte che compare sullo sfondo della “Gioconda” leonardesca. Qui ai sei si aggiungono Corrado e Suzie che rimarranno in gruppo per poco più di quaranta chilometri prima di salutare la compagnia.

Ripartiti da Ponte a Buriano subito dopo il tramonto, con i sistemi di illuminazione in funzione, gli otto pedalatori si trovano ben presto ad affrontare la trafficatissima Valdarno effettuando una seconda breve sosta a San Giovanni ed una successiva a Sieci.

Lungo la strada Paolo, Piero di Firenze e Silvano riconoscono i luoghi in cui cinquant’anni fa vissero in prima persona l’alluvione e i loro racconti fanno rivivere le sensazioni di quella tragica notte.

L’arrivo a Firenze, in piazzale Michelangelo, avviene alle 21.30 in perfetto orario con la tabella di marcia prefissata.

Qui, seduti sulle panchine di marmo e con lo splendido panorama  sulla città by night, i ciclisti consumano la cena a buffet con un pensiero rivolto alla lunga notte sui pedali che ancora li attende.

E proprio per evitare inopportuni colpi di sonno (che, sembrerà strano, ma vengono anche quando si sta in sella ad una bici) i “pedalatori della notte” decidono di fare il pieno di caffeina in un bar di Ponte Vecchio, prima di raggiungere piazza del Duomo dove ad attenderli per un saluto e un “in bocca al lupo” ci sono Alberto Panizza, presidente dell’Associazione Giglio Amico, Piero Vannucci, vicepresidente dell’ANAOAI e di Giglio Amico, la signora Susanna Bausi, figlia del sindaco fiorentino Luciano in carica dal 1967 al 1969 e poi dal 1970 al 1974 e altri soci di Giglio Amico.

Poco prima di mezzanotte i ciclisti ripartono alla volta di Pisa su strade finalmente senza traffico.

Dopo una breve sosta a Fucecchio, verso le 04.00 il gruppo fa il proprio ingresso trionfale, sotto una pioggerellina fine, in una piazza dei Miracoli deserta e, per tale motivo, ancora più suggestiva di quando la si ammira con la luce del sole.

Il tempo di scattare alcune foto e di mangiare sotto una tettoia gli ottimi cornetti caldi trovati da Maria Carla e Mirella in un forno già aperto, e si riparte sotto una pioggia sempre più intensa che di lì a breve diventerà un vero temporale, per gli ultimi dodici chilometri, quelli che portano alla foce dell’Arno nel Mar Tirreno.

All’arrivo a Marina di Pisa l’entusiasmo per l’impresa portata a termine è notevole così come è notevole la quantità d’acqua che si sta scaricando sulle teste dei sei audaci pedalatori.

Con difficoltà si scattano alcune foto per immortalare il momento e poi via subito a tutta verso la stazione ferroviaria di Pisa.

Il contachilometri segna 245 chilometri, quattro in più della lunghezza dell’Arno. Dal  momento della partenza da Stia sono passate circa 13 ore di cui 10 sui pedali.

Nell’atrio della stazione, tra lo sguardo indifferente dei barboni e quello disgustato dei pochi viaggiatori, ci si cambia senza pudore sfilando a fatica gli indumenti bagnati e indossando quelli caldi e asciutti prima di salire, con le bici, sul treno che ci riporterà a Firenze.

Prossime iniziative di Pedalando nella Storia sul sito www.pedalandonellastoria.net.