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31 luglio 2015: Rieti - Castelluccio di Norcia (km 100, dislivello 1.750 metri)): fa un gran caldo a Rieti quando alle 16.15 prende il via la Ciclopedalata "Notte di plenilunio a Castelluccio di Norcia".

I sette ciclisti (gli onnipresenti Rolando e Andrea, gli assidui frequentatori Antonella e Marco e le new entry Paola, Fabrizio e Roberto) amorevolmente scortati dall'insostituibile Maria Carla, iniziano le loro fatiche affrontando la via Salaria che sale impercettibilmente ma con costanza fino al sessantesimo km circa dalla partenza. La successiva discesa, affrontata sotto un violento nubifragio estivo, porta il gruppo ad Arquata di Tronto punto di partenza dell'impegnativa ascesa alla Forca di Presta.

Gli ultimi chilometri della salita vengono percorsi, oramai dopo il tramonto, tra la nebbia sempre più fitta con una visibilità di pochissimi metri. La successiva discesa verso il Piano Grande di Castelluccio offre degli scorci surreali con le ultime luci del giorno che si affievoliscono all'orizzonte, le nubi basse che fanno da corona al Monte Vettore e, finalmente, la luna piena che sorge ad illuminare le ultime pedalate dei ciclisti.

Finalmente, dopo giornate di afa insopportabile, ai 1.400 metri di Castelluccio si respira e durante la passeggiata che segue la pantagruelica cena (mai a memoria d'uomo si era visto un gruppo di famelici ciclisti rimandare indietro teglie e piatti da portata ancora mezzi pieni) molti indossano la felpa.


01 agosto 2015: Castelluccio di Norcia - Montemonaco (km 122, dislivello 2.030 metri): si riparte la mattina con una certa calma intorno alle 9.15 affrontando la veloce discesa fino a Visso. Di lì la strada prosegue con un'infinità di 'sali e scendi' fino al Lago di Fiastra ove Maria Carla ha allestito il primo ristoro di giornata in un parco sulle rive del lago.

Fa abbastanza caldo e di conseguenza tutti indugiano a lungo prima di inforcare nuovamente la bici e riprendere a pedalare.

I chilometri successivi si snodano tra strade secondarie poco trafficate e immerse nel verde. Superati Sarnano e Amandola i ciclisti si fermano sulle rive di un lago artificiale, oramai a pochi chilometri dall'arrivo, per il pranzo.

Anche in questo caso la sosta si protrae a lungo. Manca poco a Montemonaco, sede di tappa, ed in lontananza iniziano a profilarsi nubi minacciose.

All'arrivo alla "Baita di Pilato", il B&B scelto per trascorrere la notte, in quattro si precipitano in piscina per un bagno rigeneratore prima dell'imminente acquazzone, gli altri tre (Marco, Rolando e Andrea) scortati da Maria Carla in auto, percorrono ulteriori cinque chilometri in leggera salita fino a Foce, un piccolo borgo proprio alle pendici del Monte Sibilla, per un gelato e un caffè nel bar del paese.

Ci si ritrova, quindi, tutti sul bordo della piscina del B&B ad aspettare il tanto preannunciato temporale che, puntuale, si scatena per pochi minuti costringendo il gruppo a ripararsi nel vicino magazzino.

Manca ancora un paio d'ore alla cena e in sei, stipati come sardine nella macchina, si recano paese di Montemonaco per una visita al delizioso borgo antico.

La cena si svolge nella "Locanda della trota" dove la signora Felicia ha preparato un menù, ovviamente a base di trota in tutte le varianti possibili, che risulta assai gradito. Questa sera, o perchè le porzioni sono più contenute o perchè la fame è aumentata dopo due giorni di pedalate, alla fine della cena sulla tavola non rimane neanche una briciola di pane.


02 agosto 2015: Montemonaco - Rieti (km 138,5, dislivello 1.915 metri): i primi chilometri dell'ultima tappa si snodano su strade pressoché deserte sotto un cielo cupo. Si torna ad Arquata di Tronto e di lì si ripercorre a ritroso la via Salaria (in alcuni tratti sul vecchio percorso) fino a Posta ove Maria Carla ha allestito il primo ristoro.

La strada sale per circa sette chilometri e, proprio laddove spiana, Rolando rischia un frontale con un cerbiatto.

Superata Leonessa si affronta la breve salita fino al valico del Fuscello percorrendo la vecchia strada statale oramai abbandonata da circa trent'anni dopo la costruzione di un ardito e bruttissimo viadotto.

Dal valico del Fuscello parte la bellissima discesa che porta i ciclisti al lago di Piediluco. Qui ad attendere il gruppo ci sono Marina e Valerio, moglie e figlio di Roberto a cui gli altri ciclisti hanno deciso di concedere l'onore di arrivare avanti a tutti tagliando per primo il simbolico traguardo di fronte ai familiari.

Ma Roberto, profondo conoscitore del reatino e del ternano, pensa bene di sbagliare strada a Morro Reatino allungando il percorso di almeno una decina di chilometri e mandando così all'aria l'arrivo trionfale pianificato.

Una volta ricompattato il gruppo ci si imbarca, biciclette comprese, sul battello che attraversa il lago e porta i ciclisti e gli accompagnatori al ristorante "L'amaca all'eco".

Durante il pranzo si scatena il solito breve acquazzone estivo ma nessuno sembra farci caso. Molto pigramente,  dopo una sosta protrattasi per più di due ore, si risale sul battello  che ci riporta al parcheggio.

Roberto saluta il gruppo e rientra a casa con la famiglia mentre gli altri affrontano gli ultimi venti chilometri fino a Rieti sotto una canicola implacabile.

I primi commenti a caldo sono tutti positivi. Il gruppo, anche se composto in buona parte da ciclisti che pedalavano assieme per la prima volta, è risultato omogeneo e affiatato.

Prossimi appuntamenti sul sito www.pedalandonellastoria.net